L’inversione termica al suolo

L’inversione termica al suolo è un fenomeno atmosferico che si verifica quando la temperatura dell’aria vicino al suolo è più bassa rispetto a quella degli strati superiori. In condizioni normali, la temperatura diminuisce man mano che si sale in quota, ma durante un’inversione termica accade il contrario: uno strato d’aria fredda rimane intrappolato sotto uno strato di aria più calda.

Questo fenomeno si verifica principalmente nelle notti serene e calme, quando il suolo, raffreddandosi rapidamente dopo il tramonto, raffredda l’aria immediatamente sopra di esso. Senza vento a mescolare gli strati d’aria, il freddo rimane vicino al suolo mentre l’aria più calda si trova sopra, bloccando la circolazione verticale dell’aria.
L’inversione termica al suolo ha effetti significativi sul clima locale e sulla qualità dell’aria. Durante queste condizioni, gli inquinanti prodotti dalle attività umane (come le emissioni di auto e industrie) restano intrappolati negli strati d’aria più bassi, non potendo disperdersi. Ciò può causare un rapido peggioramento della qualità dell’aria, con un aumento delle concentrazioni di polveri sottili e altre sostanze inquinanti.
Inoltre, l’inversione termica può influenzare le condizioni meteorologiche, favorendo la formazione di nebbia fitta o brina. Nelle zone montuose o vallive, questo fenomeno è particolarmente comune, con le valli che si riempiono di aria fredda mentre le cime delle montagne rimangono più calde.
In conclusione, l’inversione termica al suolo è un fenomeno che modifica il comportamento atmosferico, con importanti implicazioni per la qualità dell’aria e la visibilità. Essere consapevoli di questo processo è cruciale, soprattutto nelle aree urbane e industriali, dove può avere impatti sulla salute e sulla vita quotidiana.

Il gelicidio

Il gelicidio è un fenomeno meteorologico che si verifica quando la pioggia cade su superfici con temperature inferiori a 0°C e si congela immediatamente al contatto. A differenza della neve o della grandine, la pioggia durante un gelicidio rimane liquida mentre attraversa strati d’aria più calda, ma si trasforma in ghiaccio non appena tocca il suolo o altre superfici fredde. Questo fenomeno crea uno strato spesso e trasparente di ghiaccio, che può accumularsi su strade, marciapiedi, alberi e infrastrutture.

 

Il gelicidio è particolarmente pericoloso perché il ghiaccio che si forma è spesso invisibile e può rendere le superfici estremamente scivolose. Su strade e autostrade, questo fenomeno può causare gravi incidenti stradali, poiché le auto p
erdono facilmente aderenza. Anche i pedoni sono a rischio di cadute su marciapiedi ghiacciati. Oltre ai rischi legati alla circolazione, il gelicidio può causare danni significativi alle infrastrutture: il peso del ghiaccio può far crollare rami d’albero, danneggiare linee elettriche e provocare blackout.

Il gelicidio si verifica più frequentemente durante l’inverno, in particolar modo quando si alternano condizioni di aria calda in quota e aria fredda al suolo. Le zone collinari e montane, dove queste inversioni termiche sono più comuni, sono particolarmente soggette a questo fenomeno.
Per affrontare il gelicidio, le autorità spesso intervengono spargendo sale o sabbia sulle strade per migliorare l’aderenza e prevenire gli incidenti. Tuttavia, è sempre consigliato ridurre la velocità quando si guida in condizioni di ghiaccio e prestare particolare attenzione ai pericoli nascosti.
In conclusione, il gelicidio è un fenomeno insidioso che può trasformare rapidamente una pioggia leggera in una condizione estremamente pericolosa. Conoscere le previsioni e agire con cautela è essenziale per evitare rischi.

Il verglass

Il verglass è un fenomeno meteorologico che si verifica quando uno strato sottile e trasparente di ghiaccio si forma su superfici solide, come strade, marciapiedi, rami degli alberi o edifici. È una delle condizioni più insidiose per chi viaggia, poiché è spesso difficile da vedere, rendendo superfici che sembrano sicure estremamente scivolose.

Il verglass si forma quando la pioggia o la pioggerella cade su superfici che hanno una temperatura inferiore a 0°C. Le gocce d’acqua si congelano immediatamente a contatto con la superficie fredda, creando uno strato di ghiaccio liscio e trasparente. A differenza del ghiaccio opaco o della neve, il verglass non presenta segnali evidenti che indicano la sua presenza, il che lo rende particolarmente pericoloso. Non è raro che automobilisti e pedoni lo scambino per una superficie bagnata o asciutta, con conseguenti rischi di incidenti.

Il verglass è più comune nelle stagioni invernali, soprattutto durante condizioni di congelamento notturno dopo la pioggia o in seguito al passaggio di masse d’aria fredda su una superficie umida. Questo fenomeno può verificarsi anche su superfici artificiali, come strade e ponti, che tendono a raffreddarsi più velocemente rispetto al terreno circostante.

VERGLASS

Le conseguenze del verglass possono essere serie: le auto possono perdere aderenza, causando slittamenti o incidenti, e i pedoni possono cadere facilmente. Per prevenire questi pericoli, nelle aree a rischio si applicano sostanze come il sale o la sabbia, che aiutano a sciogliere il ghiaccio o migliorare l’attrito.

In conclusione, il verglass è un fenomeno da non sottovalutare, poiché crea un pericolo invisibile su strade e marciapiedi. Essere consapevoli delle condizioni atmosferiche e prepararsi adeguatamente può aiutare a evitare incidenti legati a questo tipo di ghiaccio.

La Galaverna

La galaverna è un fenomeno meteorologico affascinante che si verifica soprattutto nelle fredde mattine invernali. Si tratta della formazione di un sottile strato di ghiaccio bianco che ricopre superfici esposte come rami, fili d’erba,

recinzioni e tetti. Questo fenomeno si manifesta quando l’aria è satura di umidità e le temperature scendono al di sotto dello zero, ma non abbastanza da provocare una nevicata.

A differenza della brina, che si forma direttamente dalla condensazione del vapore acqueo in ghiaccio, la galaverna nasce quando goccioline di nebbia o di umidità in sospensione nell’aria si congelano a contatto con superfici fredde. Le goccioline, colpite dal freddo, si cristallizzano velocemente formando aghi di ghiaccio che si accumulano e creano strutture delicate e filigranate. In genere, la galaverna si forma durante la notte o al primo mattino, quando l’aria è più fredda e umida.

Il paesaggio coperto di galaverna assume un aspetto incantato, come se tutto fosse avvolto in un manto di ghiaccio scintillante. Questo spettacolo naturale è particolarmente comune nelle zone di campagna e montagna, dove l’umidità è abbondante e le temperature sono più rigide.

Anche se esteticamente spettacolare, la galaverna può creare disagi. Può rendere scivolosi i marciapiedi e le strade, e, accumulandosi sui rami degli alberi o sui cavi elettrici, può causare rotture o cedimenti per il peso del ghiaccio. Tuttavia, il fascino visivo della galaverna la rende uno degli spettacoli invernali più apprezzati, capace di trasformare un paesaggio ordinario in una vera e propria opera d’arte naturale.

In conclusione, la galaverna è uno degli esempi più belli di come la natura, anche nei momenti di maggiore freddo, possa regalare momenti di straordinaria bellezza.

Le 10 nazioni più fredde del mondo

Per chi vive in Italia, o ancor meglio nel Sud del Belpaese, il concetto di freddo è assai diverso da quello di un abitante del Nord Europa, dove chi starnutisce schizza ghiaccio come se fosse grandine. Il freddo che si prova in alcune zone del mondo è al di fuori delle esperienze di molte persone, soprattutto se abituate a climi miti.
Per avere un’idea più precisa di quali condizioni ambientali possa riservare il nostro pianeta, basta dare un’occhiata alle 10 nazioni più fredde del mondo (è stato escluso l’Antartide, poiché non è una nazione e non appartiene ad alcun paese, anche se qui è stato registrato il record di temperatura più bassa mai raggiunta nel pianeta: -89,2 ºC a Vostok nel 1983).

GROENLANDIA. Per la maggior parte dell’anno il paese è coperto dal ghiaccio e la temperatura media è di -10 °C. Durante i freddissimi inverni la temperatura tocca facilmente i -65 °C e durante l’estate non si superano mai gli 8 °C.

Tipico villaggio della Groenlandia

 

ESTONIA. Gennaio è il mese più freddo con temperature diurne che di solito stanno intorno ai -5 °C ma, in alcuni casi, i mesi invernali possono essere più freddi, con temperature molto al di sotto dello zero, circa -20 °C o meno e con forti freddi venti che provengono da nordest.

NORVEGIA. Anche se il paese in sé è molto freddo, quella che batte i record delle basse temperature è la parte interna della Norvegia. Durante l’inverno, le regioni interne sono più fredde rispetto alla costa, le cui temperature sono mitigate dai venti caldi provenienti dal mare da occidente.

BIELORUSSIA. La Bielorussia è uno di quei paesi con un tempo relativamente bello durante l’estate, ma terribilmente freddo in inverno. La temperatura media annuale è di circa 7 °C.

RUSSIA. La temperatura media massima nel mese di gennaio è di -8 °C, mentre la minima media scende a circa -27 °C. Il paese è la patria di Oymyakon, il luogo abitato più freddo del mondo con temperature che arrivano fino a -71,2 °C.

Monumento nella città di Oymyakon con la scritta “Polo del freddo” (Siberia)

 

CANADA. In Canada c’è la città più fredda del Nord America, Snag, nello Yukon, le cui temperature raggiungono i -63 °C.

ISLANDA. Il nome del paese, Iceland (terra del ghiaccio), la dice lunga sulle sue temperature. Mentre le aree a bassa quota sono a zero gradi, quelle a quota più elevata possono arrivare a -30 °C.

FINLANDIA. Una parte del paese si trova oltre il Circolo Polare Artico e i rigidi inverni durano non meno di quattro mesi, con temperature che possono scendere fino a -45 °C.

LITUANIA. Questo paese del Nord Europa è molto freddo, soprattutto in inverno. In alcune zone sono comuni temperature di -20°C, con punte minime di -34 °C nelle zone costiere e -43 °C nella parte orientale. La neve è presente da ottobre ad aprile.

MONGOLIA. Situata in Asia Centrale, tra la Cina e la Russia, la Mongolia ha temperature medie durante gli inverni, da ottobre ad aprile, inferiori a zero gradi, mentre il resto dell’anno è solo qualche grado più caldo.

Yurt – tipica abitazione della Mongolia

Neve e gelo: consigli per chi lavora all’aperto con il freddo

Il ghiaccio è il maggior pericolo che rende le strade scivolose. Per evitare eventuali cadute in piano e dall’alto le vie di circolazione e i posti di lavoro devono essere sgomberati oppure sbarrati. È importante avere a portata di mano sabbia, sale e pale per la neve. Le superfici non resistenti alla rottura devono essere individuabili per cui vanno opportunamente delimitate o messe in sicurezza con coperture idonee. Veicoli e macchine devono essere equipaggiati con pneumatici invernali, catene da neve, antigelo e sistemi di illuminazione. A chi lavora all’aperto si consiglia di indossare indumenti ad alta visibilità e con bande riflettenti per poter essere individuati facilmente anche al buio.

Spesso chi lavora all’aperto deve fare i conti non solo con il freddo, ma anche con l’umidità e il vento. Il freddo indebolisce il fisico e può compromettere la capacità di rendimento, la flessibilità e l’agilità dei lavoratori. Per fortuna però ci si può difendere scegliendo indumenti di lavoro, calzature, guanti e protezioni della testa, come una calotta sotto casco, adatti alla stagione invernale. Inoltre deve esserci la possibilità di usufruire di baracche e container riscaldati. È consigliabile distribuire bevande calde senza alcol e stabilire orari di lavoro e pause adeguati alle condizioni esterne, per aiutare i lavoratori a sopportare meglio i rigori dell’inverno.

Se si vogliono evitare gli infortuni è fondamentale sensibilizzare i dipendenti sui pericoli legati all’inverno. Il personale deve essere allertato sui rischi specifici legati a questa stagione. È importante nominare un responsabile che si occupi di spazzare la neve o di spargere la sabbia e il sale sulle strade. Inoltre, i superiori devono verificare che i provvedimenti stabiliti vengano effettivamente attuati. Se il rischio è troppo elevato, bisogna dire STOP e adottare le necessarie misure di sicurezza prima di riprendere i lavori. Anche in inverno non bisogna mai dimenticare che la sicurezza sul lavoro compete in primo luogo ai dirigenti.

Oltre al rischio di infortunio bisogna considerare, più semplicemente, i pericoli dovuti al freddo e all’umidità. Questo vale ad esempio per chi lavora nei settori dell’edilizia in generale, nel genio civile, in aziende forestali o in ditte di trasporti, per gli operatori di skilift e gli addetti alla manutenzione delle strade, o per chi opera in settori le cui attività si svolgono in acqua come pescatori, polizia marina, sommozzatori di professione, o ancora per chi lavora nell’agricoltura o presso il comune. Il rischio di subire danni da freddo aumenta con l’età e con l’assunzione di alcuni medicamenti, oltre che per il consumo di alcol e sigarette.

Se il vento e l’umidità riducono ulteriormente la temperatura cutanea, già in caso di basse temperature al di sopra dello zero è possibile subire danni alla salute. Guance, naso, padiglioni auricolari, dita, mani e piedi sono particolarmente soggetti ai danni da freddo. Se in questi punti la temperatura della pelle scende al di sotto dei 25 °C, il metabolismo locale rallenta, mentre il corpo necessita di una maggiore quantità di ossigeno per svolgere il lavoro. A partire da −3° C si può verificare un congelamento locale dei tessuti. Un altro danno da freddo a livello locale sono i geloni, ovvero lesioni cutanee dolorose, arrossate e pruriginose prodotte dall’infiammazione dei tessuti.

Consigli per evitare di ammalarsi quando si lavora all’aperto:
-Mantenere la pelle asciutta
-Mettere a disposizione un riparo dove riscaldarsi (ad esempio baracche o container)
-Indossare abiti, cappelli, scalda orecchi, guanti, calze, sciarpe e calzature invernali in materiale traspirante
-Cambiare il più in fretta possibile abiti e biancheria bagnati e aderenti al corpo
-Portare sempre con sé degli scaldamani