Eco Runner Team

Una city car che può andare da Venezia a Mosca con 1 chilo di idrogeno. Sono 2.500 chilometri! Gli studenti dell’Eco Runner Team l’hanno realizzato.

 

L’Eco Runner Team è una squadra di studenti della TU Delft ed è composta da 23 persone. Costruendo una city car altamente efficiente alimentata a idrogeno, vogliono contribuire a un futuro sostenibile. Per esempio, il modello attuale è già 25 volte più efficiente della Toyota Mirai commerciale alimentata a idrogeno!

Oltre a costruire la più efficiente city car alimentata a idrogeno, l’Eco Runner Team vuole contribuire a un futuro sostenibile promuovendo l’importanza della sostenibilità e dell’idrogeno nella transizione energetica. La squadra parteciperà di nuovo alla Shell Eco Marathon nel 2021. In precedenza, l’obiettivo era quello di coprire una certa distanza con il minor consumo di idrogeno possibile, ma dall’anno scorso la squadra partecipa a una competizione più impegnativa: la classe Urban Concept. Questa sfida offre loro l’opportunità di costruire un’auto a idrogeno efficiente dal punto di vista del carburante, che assomigli più a una moderna city car in termini di design e che sia quindi un passo più vicino a un futuro di mobilità sostenibile. Per esempio, ha già i paraocchi e i tergicristalli. C’è anche spazio per i bagagli in macchina.

Alla Conrad, siamo rimasti impressionati dagli sviluppi che il team Eco Runner sta affrontando e dall’efficienza del carburante della loro auto a idrogeno. Siamo quindi orgogliosi di stringere una partnership nel 2020-2021, in cui l’Eco Runner Team utilizzerà la vasta gamma di prodotti tecnici di Conrad. Con questo, speriamo di dare un bel contributo ai successi e agli ulteriori sviluppi della squadra. Auguriamo loro tutto il meglio!

Maggiori informazioni: www.ecorunner.nl

Imballaggi in cartone: mercato stabile su scala mondiale fino al 2024

Il mercato degli imballaggi in carta e cartone, protagonisti dell’esplosione del mercato dell’e-commerce nel 2020, offre prospettive stabili – quando non in crescita – quasi ovunque nel mondo, con un leggero calo solo nel continente americano che vede una previsione al – 0,3% CAGR entro il 2024.

In un mercato mondiale con un valore previsto nel 2024 di 1.153, 217 di milioni di unità di prodotti confezionati per un CAGR al + 1.0%, spiccano i mercati in crescita di Asia al +1,9%, Africa e Oceania al + 3,8%.

Crescita più moderata per l’Europa con un + 0,3% e volumi di prodotto stimati in 72,891 milioni di unità e l’Italia che, secondo le previsioni, tiene, con un valore di mercato stimato in 7,447 milioni di pezzi previsto per il 2024.

Fonte: Ipack Ima Business Monitor in collaborazione con MECS

 

Sistema Avanzato di Assistenza alla Guida

Sistema Avanzato di Assistenza alla Guida. Sei livelli, stilati dalla Society of Automotive Engineers. La realtà dei sistemi che assistono la guida è molto articolata. Di seguito sono elencate le funzionalità che differenziano i vari livelli in cui suddividere le operazioni automatizzate che un veicolo è in grado di compiere.

Livello 0 – Identifica i veicoli la cui guida è totalmente rimessa in mano al pilota.

Livello 1 – Assistenza al pilota.
Una specifica funzione può essere operata dal veicolo in autonomia, come il cruise control. Impostata la velocità di crociera: l’auto è in grado di mantenerla senza la necessità che si tenga il piede sull’acceleratore.

Livello 2 – Parziale automazione: sterzo e pedali sotto controllo.
La gestione del volante e dei pedali può essere affidata all’elettronica, non si richiede la “connessione” del pilota tra volante, acceleratore e freno. Siamo nel campo dei dispositivi in grado di evitare una collisione attraverso l’aggiramento di un ostacolo, proseguendo con il sistema di mantenimento della corsia, frutto della rilevazione dei limiti della carreggiata o, ancora, il rallentamento del veicolo e la successiva accelerazione per mantenere la velocità impostata a seconda della diversa densità di traffico. Il livello due prevede infatti sia la gestione dello sterzo che dell’acceleratore e del freno in modo autonomo, ma con l’obbligo per il guidatore di rimanere attento e sempre pronto a riprendere il controllo del veicolo. Uno dei sistemi oggi più diffuso è il mantenimento automatico della corsia dove l’auto, grazie ad una telecamera, è in grado di seguire la segnaletica orizzontale della strada avvisando tempestivamente il guidatore se sta uscendo dalla corsia selezionata. Nei sistemi più evoluti il veicolo è in grado di seguire da solo la segnaletica orizzontale, agendo anche sullo sterzo.
Un altro sistema è il cruise control adattativo, che è in grado non solo di tenere la velocità impostata e la distanza di sicurezza dal veicolo davanti, ma l’auto può sia fermarsi che riaccelerare alla velocità stabilita in modo del tutto autonomo, aumentando così la sicurezza di chi sta a bordo e prevenire dei tamponamenti. Può essere presente anche un sistema chiamato forward collision warning, che rileva il pericolo di una collisione con altre auto, pedoni, ciclisti ed altri ostacoli e avvisa con segnali acustici e vibrazioni sul volante il conducente. Se il sistema non rileva nessuna azione da parte del guidatore può, nel caso in cui sia presente anche la frenata autonoma di emergenza, frenare autonomamente fino all’arresto del veicolo stesso. Esistono poi altri sistemi in grado di rilevare veicoli o pedoni in avvicinamento durante le manovre in retromarcia, per evitare anche qui collisioni tra i veicoli o ancora peggio di investire dei pedoni o dei bambini. Telecamere, radar e sensori per vedere la strada e l’ambiente intorno all’auto  per poter osservare cosa c’è e succede intorno al veicolo. Le centraline dedicate elaborano poi i segnali e decidono cosa fare e come agire sui controlli del veicolo. Altri sistemi, osservando con una telecamera il viso del guidatore, riescono a valutare invece il suo stato psico-fisico e avvisare il conducente della necessità di fare una pausa e riposarsi.

Livello 3 – Automazione condizionale.
In questo caso l’autopilota è capace di prendere il comando completo del veicolo e reagire alle istruzioni del passeggero-conducente, operando un sorpasso con l’attivazione delle frecce, ad esempio. Inoltre, il guidatore è ancora un elemento necessario ma può destinare totalmente alcune funzioni cruciali per la sicurezza, in determinate condizioni di traffico.

Livello 4 – Alta automazione.
L’intero tragitto è monitorato e l’auto realmente è in grado di guidare da sola.  Si affida a di sensori di vario tipo, Lidar e telecamere stereo, e necessita (oggi) di autorizzazioni per muoversi su strada.

Livello 5 – Automazione totale.
Il veicolo è in grado di muoversi in qualsiasi scenario, elaborando situazioni complesse ed estreme.

 

ABS – Sistema Anti Bloccaggio
CBC – Unità di controllo elettronico agente sull’impianto frenante
EBD – Ripartitore elettronico di frenata
ESP – Programma elettronico di stabilità
TCS/ASR – Controllo della trazione – antislittamento
LIDAR – Tecnica di telerilevamento ad impulsi laser.

Il diritto di ripensamento per gli acquisti on line

Il diritto di recesso per ripensamento: come funziona

La legge comunitaria  assegna ai consumatori persone fisiche  il diritto di restituire la merce acquistata fuori dai locali commerciali.

È il cosiddetto diritto di recesso o di ripensamento che può essere esercitato alle seguenti condizioni:  

  • l’acquisto non deve essere avvenuto con partita Iva e con richiesta di fattura, ossia nell’ambito di una attività professionale, visto che la normativa è rivolta a tutelare i consumatori (persone fisiche) e non già i professionisti;
  • l’acquisto non deve essere avvenuto all’interno del negozio: pertanto il diritto di recesso si applica agli acquisti online (su internet), a quelli mediante televendite o promozioni telefoniche, agli stand (non invece agli acquisti in fiera), alle vendite porta a porta e a tutti i contratti conclusi fuori dai tipici locali in cui il venditore esercita la sua attività commerciale;
  • il diritto di recesso va esercitato entro 14 giorni dal ricevimento della merce (e non dall’ordine). Entro questo termine è sufficiente comunicare al venditore per iscritto la propria volontà di restituire il prodotto; in un momento successivo si può procedere alla riconsegna della merce entro  14 giorni successivi alla notifica al venditore. L’indirizzo (email o fisico) a cui spedire la dichiarazione con il recesso deve essere fornito dal venditore sul proprio sito o nell’imballaggio.
  • il recesso è, in sostanza, un ripensamento: non deve essere motivato da ragioni specifiche come il difetto di produzione o la non corrispondenza della merce a quella pubblicizzata.

Il diritto di recesso per ripensamento: come funziona

Per avviare la restituzione è necessario inviare la comunicazione esplicita di reso in forma scritta mail/fax  oppure come raccomandata con ricevuta di ritorno (A/R) alla sede legale dell’azienda , oppure una PEC alla PEC dell’azienda, o compilare l’apposita sezione nel sito web dell’azienda dopo aver effettuato l’accesso dall’account (non sempre possibile).

Il venditore ha l’obbligo di rimborsare tutti i pagamenti ricevuti dal consumatore che ha esercitato il diritto di recesso. Il rimborso include il costo del prodotto e anche le spese di spedizione che il consumatore ha sostenuto originariamente per la consegna queste ultime esclusivamente  “standard” cioè il tipo di spedizione meno costosa.  L’unica eccezione è il costo per le spese di restituzione che dovranno essere pagate dal consumatore. Il venditore può però decidere di farsi carico di queste spese ed offrire il reso gratuito. Il venditore è tenuto a rimborsare entro 14 giorni dalla ricezione della cancellazione, ma può ritardare il rimborso se non ha ricevuto le merci o una prova del loro rinvio al mittente.

Attenzione verificare le esclusioni particolari nei singoli casi e per le tipologie di prodotto acquistato.

 

Fonti

Codice del Consumo D.lgs. 6 settembre 2005, n° 206

Direttiva 2011/83/Ue

DECRETO LEGISLATIVO 21 febbraio 2014, n. 21

C. Giust. UE causa n. C-681/17 del 27.03.2019

 

Etanolo non inferiore al 70%. Gel mani, chiarimenti sulle percentuali di alcol.

Percentuale minima di etanolo per i prodotti disinfettanti a base alcolica.

La richiesta di chiarimenti, sollecitati dalle farmacie, sulla percentuale minima di etanolo (alcool etilico) nei prodotti disinfettanti a base alcolica, ha sortito la risposta dell’Istituto superiore di sanità, che per quanto “generica” porta a dedurre che i prodotti in commercio autorizzati dal Ministero siano validi e che le preparazioni officinali base di etanolo “in concentrazione non inferiore al 70% V/V pari a c/a 62% m/m” si possano considerare “conformi”.

A darne conto è una comunicazione di Federfarma che alcuni settimane fa aveva interpellato il Ministero della Salute, in seguito a un aggiornamento ministeriale sulle raccomandazioni per l’igiene delle mani che indicavano una percentuale di etanolo non inferiore al 70% nei prodotti, “in contrasto con quelle fornite dall’Istituto superiore della sanità , che indicano genericamente una concentrazione compresa tra il 60% e il 70%”.

Secondo l’Oms  poi “i prodotti a base di alcol destinati, alla sanificazione delle mani, in ambito comunitario” devono avere una percentuale di etanolo “almeno del 60% che viene, invece, portata tra il 60 e l’80% per i medesimi prodotti destinati in ambito sanitario“,  percentuali più elevate non sono consigliate perché meno efficaci.

Da queste considerazioni, Federfarma deduce “la validità dei prodotti in commercio, autorizzati dal Ministero della Salute, per la disinfezione delle mani e per la decontaminazione delle superfici e per quanto concerne le preparazioni officinali a base di etanolo, allestite in farmacia “in concentrazione non inferiore al 70% V/V pari a c/a 62% m/m possono essere considerate conformi alle indicazioni ministeriali e al contempo coerenti con le considerazioni dell’Iss”.

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Direttiva europea 904 per la plastica

Direttiva europea plastica e dati in breve

 

Il parlamento europeo ha approvato la direttiva 2019/904 sulla “riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”. La disposizione della direttiva europea arriva in risposta agli effetti deleteri della plastica dispersa nell’oceano per l’associazione mentale plastica = male. L’analisi condotta da ricercatori tedeschi dimostra che il 90% della plastica negli oceani proviene dai 10 fumi più grandi al mondo, 8 in Asia e 2 in Africa.

Lo studio Arcadis ha rilevato che  nel Mar Mediterraneo la spazzatura dominante è la plastica (63%), seguita da carta, cartone e mozziconi di sigaretta (22%), rifiuti sanitari (7%)  e vetro (4%). Solamente il 13% arriva da lontano: la maggior parte dei rifiuti è abbandonata direttamente sulla spiaggia da bagnanti e turisti.

Nel 2018 il progetto pilota “il Po d’Amare” ha raccolto e riciclato i rifiuti intercettati al delta del nostro bel fiume, prima che diventassero marine litter. Considerate il risultato: meno di 3 quintali di rifiuti, un numero basso se pensiamo che il Po ha 141 affluenti e lambisce oltre 3200 comuni. La quota più rilevante era costituita da 8 fusti di oltre 25 litri che qualche attività industriale ha gettato nel fiume..

Estratto da Link IBC