Il diritto di recesso per ripensamento: come funziona
La legge comunitaria assegna ai consumatori persone fisiche il diritto di restituire la merce acquistata fuori dai locali commerciali.
È il cosiddetto diritto di recesso o di ripensamento che può essere esercitato alle seguenti condizioni:
- l’acquisto non deve essere avvenuto con partita Iva e con richiesta di fattura, ossia nell’ambito di una attività professionale, visto che la normativa è rivolta a tutelare i consumatori (persone fisiche) e non già i professionisti;
- l’acquisto non deve essere avvenuto all’interno del negozio: pertanto il diritto di recesso si applica agli acquisti online (su internet), a quelli mediante televendite o promozioni telefoniche, agli stand (non invece agli acquisti in fiera), alle vendite porta a porta e a tutti i contratti conclusi fuori dai tipici locali in cui il venditore esercita la sua attività commerciale;
- il diritto di recesso va esercitato entro 14 giorni dal ricevimento della merce (e non dall’ordine). Entro questo termine è sufficiente comunicare al venditore per iscritto la propria volontà di restituire il prodotto; in un momento successivo si può procedere alla riconsegna della merce entro 14 giorni successivi alla notifica al venditore. L’indirizzo (email o fisico) a cui spedire la dichiarazione con il recesso deve essere fornito dal venditore sul proprio sito o nell’imballaggio.
- il recesso è, in sostanza, un ripensamento: non deve essere motivato da ragioni specifiche come il difetto di produzione o la non corrispondenza della merce a quella pubblicizzata.
Il diritto di recesso per ripensamento: come funziona
Per avviare la restituzione è necessario inviare la comunicazione esplicita di reso in forma scritta mail/fax oppure come raccomandata con ricevuta di ritorno (A/R) alla sede legale dell’azienda , oppure una PEC alla PEC dell’azienda, o compilare l’apposita sezione nel sito web dell’azienda dopo aver effettuato l’accesso dall’account (non sempre possibile).
Il venditore ha l’obbligo di rimborsare tutti i pagamenti ricevuti dal consumatore che ha esercitato il diritto di recesso. Il rimborso include il costo del prodotto e anche le spese di spedizione che il consumatore ha sostenuto originariamente per la consegna queste ultime esclusivamente “standard” cioè il tipo di spedizione meno costosa. L’unica eccezione è il costo per le spese di restituzione che dovranno essere pagate dal consumatore. Il venditore può però decidere di farsi carico di queste spese ed offrire il reso gratuito. Il venditore è tenuto a rimborsare entro 14 giorni dalla ricezione della cancellazione, ma può ritardare il rimborso se non ha ricevuto le merci o una prova del loro rinvio al mittente.
Attenzione verificare le esclusioni particolari nei singoli casi e per le tipologie di prodotto acquistato.
Fonti
Codice del Consumo D.lgs. 6 settembre 2005, n° 206
Direttiva 2011/83/Ue
DECRETO LEGISLATIVO 21 febbraio 2014, n. 21
C. Giust. UE causa n. C-681/17 del 27.03.2019