CONAI: scendono ancora i contributi ambientali per acciaio, legno, plastica, bioplastica e vetro

MILANO, NOVEMBRE 2022 – CONAI, valutati lo scenario attuale della filiera del riciclo degli imballaggi e i pareri
dei Consorzi RICREA, RILEGNO, COREPLA, BIOREPACK e COREVE, ha stabilito nuove riduzioni del
contributo ambientale (o CAC) per gli imballaggi in acciaio, legno, plastica, plastica biodegradabile e
compostabile e vetro.

Inoltre, i valori dei materiali riciclati sul mercato, pur presentando in alcuni casi una prima significativa
flessione, si mantengono ancora alti, e continuano a generare effetti positivi per il Sistema consortile, in
particolare per acciaio, plastica e vetro.
Una situazione che permette così a CONAI di approvare nuove diminuzioni dei CAC per cinque materiali di
imballaggio. Le riduzioni saranno in vigore dal 1° gennaio 2023.
Si stima che le riduzioni appena approvate porteranno alle aziende risparmi da CAC per quasi 170 milioni di
euro nel corso del 2023.

L’etichettatura ambientale degli imballaggi è obbligatoria

Il decreto legislativo n. 116 del 2020 ha introdotto l’obbligo di etichettatura ambientale per gli imballaggi.

Con il decreto milleproroghe del dicembre 2020 l’entrata in vigore obbligatoria di queste nuove informazioni è stata posticipata al 01/01/2022. Lasciando così il tempo necessario all’adeguamento a fornitori, terzisti e clienti.

Il DL indica essere obbligatorio riportare i codici dei materiali che compongono ciascun packaging e relativa famiglia di appartenenza (vetro, plastica, carta ecc) Le etichette ambientali apportano benefici sia alle aziende che ai consumatori, offrendo loro tutta una serie di opportunità. Per questi ultimi possono essere una guida attendibile per l’acquisto dei prodotti, indirizzandoli verso un comportamento più ecologico e sostenibile.

Linee Guida sull’etichettatura ambientale obbligatoria, consultabili e sfogliabili al link CONAI.

 

Direttiva europea 904 per la plastica

Direttiva europea plastica e dati in breve

 

Il parlamento europeo ha approvato la direttiva 2019/904 sulla “riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”. La disposizione della direttiva europea arriva in risposta agli effetti deleteri della plastica dispersa nell’oceano per l’associazione mentale plastica = male. L’analisi condotta da ricercatori tedeschi dimostra che il 90% della plastica negli oceani proviene dai 10 fumi più grandi al mondo, 8 in Asia e 2 in Africa.

Lo studio Arcadis ha rilevato che  nel Mar Mediterraneo la spazzatura dominante è la plastica (63%), seguita da carta, cartone e mozziconi di sigaretta (22%), rifiuti sanitari (7%)  e vetro (4%). Solamente il 13% arriva da lontano: la maggior parte dei rifiuti è abbandonata direttamente sulla spiaggia da bagnanti e turisti.

Nel 2018 il progetto pilota “il Po d’Amare” ha raccolto e riciclato i rifiuti intercettati al delta del nostro bel fiume, prima che diventassero marine litter. Considerate il risultato: meno di 3 quintali di rifiuti, un numero basso se pensiamo che il Po ha 141 affluenti e lambisce oltre 3200 comuni. La quota più rilevante era costituita da 8 fusti di oltre 25 litri che qualche attività industriale ha gettato nel fiume..

Estratto da Link IBC