Vernice acrilica

Qualche decennio fa la vernice protettiva per eccellenza, solitamente utilizzata sui mobili, era quella a base poliuretanica, un tipo di prodotto che, una volta perfettamente essiccato, creava uno strato plastico abbastanza resistente anche se non poteva essere verniciato. Le finiture trasparenti dei mobili venivano realizzate con questa tipologia negli anni ’50, ’60 e ’70.

Un ritrovato moderno è la vernice acrilica che viene ottenuta attraverso la miscela di resine acriliche, più sottili rispetto alle poliuretaniche, e polimeri (polveri) di colore, atti a produrre la tonalità desiderata. Questi prodotti presentano oggi un’ampia scelta grazie alle macchine tintometriche. Le vernici acriliche sono di due tipologie distinte: quelle a base acqua e quelle a base solvente. Ecco le principali caratteristiche che le contraddistinguono:

  • devono essere diluite in diversa maniera, o con acqua o con diluente specifico per vernici acriliche;
  • posseggono essiccazioni differenti per tempistiche. Quelle a solvente necessitano di circa 16 ore, quelle ad acqua di 3 ore;
  • hanno destinazioni differenti. Le versioni a solvente sono più adatte per un utilizzo esterno o sui metalli, mentre quelle ad acqua sono preferibili per uso interno o per la tintura del legno grezzo.
  • hanno due odori differenti: le vernici a base d’acqua sono quasi profumate e non emanano alcun vapore forte. Al contrario quelle a solvente presentano un odore molto forte e necessitano di aria corrente per smorzarlo, specie quando si presentano ancora fresche.