Il riscaldamento globale negli ultimi 150 anni

Secondo lo studio “Holocene global mean surface temperature, a multi-method reconstruction approach”, pubblicato su Scientific Data di Nature Research, Negli ultimi 150 anni, il riscaldamento globale ha più che annullato il raffreddamento globale verificatosi negli ultimi sei millenni.
I risultati mostrano che il raffreddamento globale su scala millenaria è iniziato circa 6.500 anni fa, quando la temperatura globale media a lungo termine ha raggiunto un massimo di circa 0,7 gradi C rispetto alla metà del XIX secolo. Da allora, l’accelerazione delle emissioni di gas serra ha contribuito a temperature medie globali che ora superano di 1 grado centigrado quelle della metà del XIX secolo.
E’ ipotizzabile che l’ultima volta che la temperatura globale media sia stata di 1° C al di sopra di quella del XIX secolo lo sia stata precedentemente all’ultima era glaciale, all’incirca 125.000 anni fa quando il livello del mare era di circa 6 metri più alto di oggi

Paesi dove è sempre estate

Dal 21 settembre qui sarà autunno ma nel mondo esistono ben 27 climi diversi, tra questi c’è anche quello dell’eterna estate (che in climatologia prende il nome di clima equatoriale). Nei luoghi in cui è sempre estate, il giorno è composto da 12 ore di luce e 12 di buio, 365 giorni l’anno, senza eccezioni.
La regolarità è un aspetto caratterizzante di questi luoghi paradisiaci dove la temperatura non scende mai sotto i 18°C. Si tratta di regioni circoscritte, all’interno di pochi e fortunati Paesi.

Antigua e Barbuda
Estate perenne è sinonimo di Mar dei Caraibi. Ecco allora che il primo Stato del mondo in cui è sempre estate è un Paese insulare. Il clima è equatoriale, influenzato e attenuato dai venti alisei e le temperature sono costanti, tra i 22 °C e i 30 °C.

Costa Rica
Il Costa Rica si affaccia in parte sul Pacifico e in parte sul Mare dei Caraibi. La costa pacifica è caratterizzata da promontori e penisole che formano golfi, baie, spiagge di sabbia bianca. La costa atlantica, invece, è più regolare, ma il mare non è così limpido.

È sempre estate anche a Dominica, in Ecuador, alle Isole Fiji, nelle Filippine, in Giamaica, a Grenada, nel Guatemala, nella Guyana e nell’Honduras.

Indonesia
Si trova ne Sud-Est asiatico ed è formata da 17.507 isole. Per questo è il più grande Stato-arcipelago del mondo. Tra le sue tante isole c’è la rinomata Bali, detta anche l’isola degli Dei, la più importante meta turistica indonesiana.

Perù
Il Perù è un Paese grande e per questo il clima non è lo stesso ovunque. È sulla costa che c’è una temperatura più da zona temperata che da zona tropicale, con valori compresi tra 20 e 27°C.

Venezuela
Il Venezuela ha un clima tropicale, persino Caracas, la capitale, che si trova a quasi mille metri di altitudine, presenta temperature medie annue pari a 27 °C circa. Tra le principali mete turistiche c’è l’isola Margarita, dove il clima è secco e gradevole praticamente tutto l’anno così da consentire di godere sempre delle sue incantevoli spiagge.

Nasce il nuovo aeroporto italiano in Antartide

In Antartide è stata costruita la prima base di atterraggio in ghiaia del continente per assicurare supporto alla ricerca scientifica. Un progetto innovativo, unico per localizzazione, materiali utilizzati e rispetto dell’ambiente, realizzato dall’ENEA e dall’Aeronautica militare italiana.

Si tratta di un’aeropista “semipreparata”, come si dice in gergo tecnico, realizzata in ghiaia con speciali tecniche costruttive e con competenze interamente italiane. Un progetto estremamente complesso e impegnativo iniziato più di dieci anni fa. La costruzione di una pista in un luogo così estremo e vincolato come l’Antartide è una delle tante attività del PNRA, il Programma che vede impegnati un gran numero di enti e strutture del nostro Paese, il meglio della nostra organizzazione sia nel campo della ricerca sia in quello militare: l’Enea per quanto riguarda l’organizzazione logistica, il Cnr per il coordinamento scientifico, il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per i finanziamenti e tutte le forze armate – Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri – per l’indispensabile supporto operativo.

Un C-130J atterra sull’aviopista progettata e realizzata da ENEA e Aeronautica Militare

A beneficiare di questa struttura tutta italiana ci sono anche ricercatori e tecnici di altri programmi antartici condotti in basi non distanti dalla nostra stazione Mario Zucchelli, come quello coreano della base Jang Bogo e quello cinese a Inexpressible Island. Arrivano anche i supporti logistici per la base Concordia, a conduzione congiunta italiana e francese, collocata sul plateau antartico a circa 1.200 km a ovest e raggiungibile soltanto con piccoli aerei che possono atterrare sulla neve.
Si tratta di un’aviopista lunga 2.200 m e larga 45 m, oltre a due banchine laterali, chiamate shoulder, per un totale di 60 m, in materiale lapideo grossolano con tre strati sovrapposti di pietrisco e ghiaia. Ai lati invece, è stato realizzato un muro di contenimento con grandi blocchi di granito. Il luogo è stato scelto con grande attenzione grazie a una rete Gps e a tecniche di interferometria con i satelliti verificando i movimenti del ghiacciaio spesso fino a 100 metri in alcuni punti, mentre prima si atterrava sul pack, su una lastra di ghiaccio spessa solo 2 metri.

Nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide è stato analizzato attentamente l’impatto ambientale di questa realizzazione e l’Italia ha presentato le sue conclusioni in sede internazionale. In particolare, lo studio delle rocce dell’area ha portato a definire un mix di materiali che garantisse sia la massima resistenza, date le severe condizioni in cui la pista sarà utilizzata, sia il minor impatto ambientale. Dunque niente cemento. Anche i metodi di lavoro hanno richiesto opportuni adattamenti, perché persino durante l’estate antartica la temperatura è costantemente inferiore a zero gradi.
Piste semipreparate di questo tipo sono realizzate dal Genio della nostra Aeronautica in vari teatri operativi nel mondo e sono presenti anche in alcune basi aeree in Italia e per addestrare gli equipaggi, italiani o di nazioni alleate, alle manovre di decollo e di atterraggio.

Classifica delle 10 auto elettriche con più autonomia

L’autonomia delle auto 100% a batteria resta uno dei problemi più importanti quando si parla di mobilità a “zero emissioni” insieme a quello del prezzo d’acquisto e della scarsità di colonnine di ricarica ad alte prestazioni (e la loro disponibilità geografica) sul territorio italiano.

Per testare l’autonomia dei veicoli, in passato i costruttori facevano riferimento al ciclo di omologazione NEDC nel quale la prova del veicolo prevedeva un test della lunghezza di 11 km, a una temperatura compresa tra 20° a 30°, per una durata complessiva di 20 minuti. La prova constava di una simulazione di guida urbana di 13 minuti ed di 7 minuti di guida extraurbana ad una velocità media di 33 km/h.
Dal 2017 invece si fa riferimento al nuovo e più obbiettivo ciclo WLTP (Worldwide harmonized Light-Duty vehicles Test Procedure) che rappresenta un metodo di misurazione standardizzato a livello mondiale per il rilevamento dei consumi e delle emissioni di gas di scarico. Il test viene effettuato ad una temperatura di 23 °C, non in laboratorio ma su un percorso stradale di 23 km per una durata di 30 minuti, metà su su percorsi urbani e metà su percorsi extraurbani, a una velocità media di 47 km/h. Quindi i risultati sono più attendibili, ma comunque ottenuti in condizioni molto meno impegnative di quelle reali, senza tratti in salita, senza velocità autostradali ma nemmeno da strade provinciali.


Occorre inoltre sapere che però esistono altri fattori determinanti che incidono sull’autonomia reale di una vettura elettrica, come il peso del carico complessivo, l’uso degli strumenti di bordo (aria condizionata e impianto radio), la presenza di portapacchi sul tetto che incide sull’aerodinamica, la tipologia di pneumatici utilizzati e soprattutto la temperatura esterna. E’ stato calcolato che in inverno un’auto a batteria consuma almeno il 20% in più di energia rispetto a quanto fa in estate.
Il continuo e rapido progresso tecnologico sta allungando progressivamente le percorrenze con un singolo pieno di corrente, ma nonostante tutte le citate migliorie, all’atto pratico tra l’autonomia massima dichiarata dalle Case costruttrici e la realtà, le differenze sono sempre molto consistenti: in media lo scostamento arriva al 30% in meno.

Detto questo, è possibile stilare una classifica delle vetture in commercio con maggiore autonomia, ricordando sempre che quella riportata rappresenta il dichiarato dei costruttori. Se fino a un paio di anni fa era difficile vedere auto elettriche con autonomia dichiarata oltre i 500 km, oggi la top ten è composta da modelli con range di gran lunga superiore a questa soglia.

Ecco la classifica delle 10 auto elettriche con più autonomia:

1) Mercedes EQS, 780 Km
2) Tesla Model S, 652 Km
3) BMW iX, 631 Km
4) Ford Mustang Mach-E, 610 Km
5) Tesla Model 3, 602 Km
6) BMW i4, 590 Km
7) Tesla Model X, 560 Km
8) Cupra Born, 540 Km
9) Tesla Model Y, 533 Km
10) Audi Q4 e-tron Sportback 532 Km

Il parco nazionale di Shiretoko

La penisola di Shiretoko è un angolo di Giappone selvaggio e sorprendente dove la natura regna incontrastata, con panorami fatti di aspre vette montuose, laghi di origine vulcanica, fiumi impetuosi e cascate di acqua bollente che si tuffano nell’oceano. Nel 2005 il Comitato del Patrimonio Mondiale  ha dichiarato l’intera penisola Patrimonio dell’Unesco in quanto riserva preziosa di biodiversità.

Il parco ospita numerosi animali selvatici come la volpe, l’orso bruno, l’aquila e il cervo, oggi tutelati in questa zona protetta. Le città di Utoro e Rausu sono i punti di partenza più comodi per scoprire questo luogo che offre tantissime attività in ogni periodo dell’anno, dal trekking ai bagni termali a cielo aperto.
Tra le varie attrazioni che offre il parco, sono imperdibili i banchi di ghiaccio che fanno la loro comparsa nel Mare di Okhotsk, trasportati verso le coste nipponiche dal nord-est della Russia. Questo fenomeno si origina alla foce del fiume Amur, che scorre a 1.000 km di distanza, al confine tra Cina e Russia. Quando l’acqua dolce del fiume Amur sfocia nel Mare di Okhotsk, la concentrazione di sale in quella porzione del mare diminuisce, causando il congelamento dell’acqua e la formazione di uno spesso strato ghiacciato galleggiante. Durante l’inverno questo processo si accentua notevolmente ed i banchi di ghiaccio alla deriva vengono trasportati verso le coste dell’Hokkaido dalla Corrente Soya attorno alla fine di gennaio, per poi diradarsi in aprile.

Sono disponibili tour in cui i partecipanti, indossando una muta protettiva, possono camminare sullo strato ghiacciato e persino nuotare, oppure crociere turistiche per ammirare il fenomeno direttamente dal mare. Oltre al ghiaccio, dalla barca si può avvistare la ricca fauna selvatica che popola le coste della penisola, tra cui le voracissime aquile di mare di Steller con un’apertura alare di oltre 2 metri.

Aquila di mare di steller

Le 10 nazioni più fredde del mondo

Per chi vive in Italia, o ancor meglio nel Sud del Belpaese, il concetto di freddo è assai diverso da quello di un abitante del Nord Europa, dove chi starnutisce schizza ghiaccio come se fosse grandine. Il freddo che si prova in alcune zone del mondo è al di fuori delle esperienze di molte persone, soprattutto se abituate a climi miti.
Per avere un’idea più precisa di quali condizioni ambientali possa riservare il nostro pianeta, basta dare un’occhiata alle 10 nazioni più fredde del mondo (è stato escluso l’Antartide, poiché non è una nazione e non appartiene ad alcun paese, anche se qui è stato registrato il record di temperatura più bassa mai raggiunta nel pianeta: -89,2 ºC a Vostok nel 1983).

GROENLANDIA. Per la maggior parte dell’anno il paese è coperto dal ghiaccio e la temperatura media è di -10 °C. Durante i freddissimi inverni la temperatura tocca facilmente i -65 °C e durante l’estate non si superano mai gli 8 °C.

Tipico villaggio della Groenlandia

 

ESTONIA. Gennaio è il mese più freddo con temperature diurne che di solito stanno intorno ai -5 °C ma, in alcuni casi, i mesi invernali possono essere più freddi, con temperature molto al di sotto dello zero, circa -20 °C o meno e con forti freddi venti che provengono da nordest.

NORVEGIA. Anche se il paese in sé è molto freddo, quella che batte i record delle basse temperature è la parte interna della Norvegia. Durante l’inverno, le regioni interne sono più fredde rispetto alla costa, le cui temperature sono mitigate dai venti caldi provenienti dal mare da occidente.

BIELORUSSIA. La Bielorussia è uno di quei paesi con un tempo relativamente bello durante l’estate, ma terribilmente freddo in inverno. La temperatura media annuale è di circa 7 °C.

RUSSIA. La temperatura media massima nel mese di gennaio è di -8 °C, mentre la minima media scende a circa -27 °C. Il paese è la patria di Oymyakon, il luogo abitato più freddo del mondo con temperature che arrivano fino a -71,2 °C.

Monumento nella città di Oymyakon con la scritta “Polo del freddo” (Siberia)

 

CANADA. In Canada c’è la città più fredda del Nord America, Snag, nello Yukon, le cui temperature raggiungono i -63 °C.

ISLANDA. Il nome del paese, Iceland (terra del ghiaccio), la dice lunga sulle sue temperature. Mentre le aree a bassa quota sono a zero gradi, quelle a quota più elevata possono arrivare a -30 °C.

FINLANDIA. Una parte del paese si trova oltre il Circolo Polare Artico e i rigidi inverni durano non meno di quattro mesi, con temperature che possono scendere fino a -45 °C.

LITUANIA. Questo paese del Nord Europa è molto freddo, soprattutto in inverno. In alcune zone sono comuni temperature di -20°C, con punte minime di -34 °C nelle zone costiere e -43 °C nella parte orientale. La neve è presente da ottobre ad aprile.

MONGOLIA. Situata in Asia Centrale, tra la Cina e la Russia, la Mongolia ha temperature medie durante gli inverni, da ottobre ad aprile, inferiori a zero gradi, mentre il resto dell’anno è solo qualche grado più caldo.

Yurt – tipica abitazione della Mongolia